venerdì 27 aprile 2012

Cosmopolis il film più atteso al Festival di Cannes - Intervista a David Cronenberg


Cosmopolis è il film più atteso della 65esima edizione del Festival di Cannes. Il suo regista ha parlato con Metro.

Un paio di mesi dopo averci parlato della storia della lite fra Freud e Jung nel film “A Dangerous Method”, il regista canadese David Cronenberg ritorna al cinema con “Cosmopolis” il 25 maggio. È l’adattamento del breve racconto dell’autore americano Don DeLillo in cui un giovane uomo d’affari, Eric Packer, viaggia attraverso New York in una limousine. L’inizio di un viaggio che implica anche violenza sessuale e che non lascerà alcun personaggio incolume. Assieme a Robert Pattinson, star della saga di “Twilight”, troviamo anche Paul Giamatti, Samantha Morton e due francesi, Juliette Binoche e Mathieu Amalric.

Come ha affrontato l’adattamento del racconto di Don DeLillo?
Ho scritto il copione in sei giorni. I primi tre giorni, ho trascritto i dialoghi per intero. Gli altri tre giorni, ho aggiunto le descrizioni per ogni scena. In breve, si troveranno tutti i dialoghi di Don DeLillo, perché usa bei linguaggi. Comunque, non ho tenuto i monologhi interiori. Invece, si vedranno idee visive che il libro mi ha dato. Sono molto eccitato per il film e anche per l’interpretazione di Robert Pattinson.
Questa è una scelta che potrebbe sorprendere molti dei suoi fan…
Rob è un attore stupendo e penso che sorprenderà le persone. È giovane, bello, ha avuto un sacco di successo con Twilight e a causa di questo molte persone pensano che sia un cattivo attore. Sono consapevole di ciò, ma posso garantire che è molto bravo e lavora molto seriamente. Nel migliore dei modi. E non vedo l’ora di lavorare con lui di nuovo. Gli ho perfino detto che mi piacerebbe fare un film con lui e Viggo Mortensen assieme.
Questi attori l’hanno contattato personalmente per lavorare con lei?
Molte delle volte, loro chiedono ai loro agenti di dire al mio agente che sono desiderosi di lavorare con me. (ride). Ma a volte chiedo di lavorare con un attore senza sapere se lui conosce i miei film. Questo è stato il caso di Rob, e ho scoperto che conosceva i miei lavori, è un ragazzo con una grande conoscenza cinematografica. Sul set di “Cosmopolis”, lo ricordo parlare con Juliette Binoche su cortometraggi dark francesi. È un vero cinefilo.
Ingaggiarlo è stato un altro modo per attirare un pubblico diverso dal suo?
Una volta che abbiamo confirmato la sua parte in “Cosmopolis”, un sacco di blog hanno incominciato a parlare del film. Ho visto un sacco di teenager che leggevano il libro e che gli era piaciuto molto. E spero che lo sia anche il film. Certo che se amano solo Twilght, potrebbero rimanere delusi. Ma se sono fan di Rob, ameranno “Cosmopolis”. È stato lo stesso quando ho lavorato con Viggo Mortensen per la prima volta. Se sei un fan di Aragorn nel “Signore degli Anelli”, potresti non volerlo vedere in “History of Violence”. Ma se ti piace l’attore, allora sei pronto per seguirlo in differenti progetti cinematografici.
Lei ha scritto la sceneggiatura per diverse storie nella sua carrier, incominciando con “Naked Lunch” di William S. Burroughs oppure “Crash” di J.G.Ballard. Che tipo di lettore è?
Non mi piace leggere un libro solo per farci un film. Per “Cosmopolis”, è stato il produttore che mi ha contattato. Mi ha detto: “Ho i diritti e penso che tu sia la persona giusta per dirigere questo film”. E aveva ragione! Il resto del tempo leggo un libro perché mi nutre, perché mi eccita, perché sono interessato. Mi piace il racconto di David Foster, di Wallace che ho scoperto dopo la sua morte. “The Pale King”, il suo libro postumo, è assolutamente brillante.


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