sabato 9 aprile 2011

Traduzione dell'articolo sul Figaro

Dopo le scansioni del giornale, vi postiamo la traduzione dell'intero articolo, buona lettura.


Robert Pattinson: "Io non sono James Dean"

A 25 anni, il vampiro più famoso del mondo, lontano dall’area di Twilight per altri orizzonti.


In Water for Elephants, egli interpreta un guaritore di elefanti catturato in una tumultuosa love story. Confessioni di un idolo di Hollywood con i denti non così lunghi e di larghe vedute.

E’ come un allunaggio essere ricevuti nella sua suite del Four Seasons a Los Angeles. Una figura lunga e magra, una carnagione chiara, occhi blu, malinconico e la mano destra che cerca di disciplinare i capelli scompigliati, Robert Pattinson sembra sempre preso in fantasticherie taciturne che vengono rimosse dai suoi interlocutori. Elegante, britannico fino alla punta delle sue Dr. Martens completamente slacciate, egli riassume il corso della sua vita terrena. Una vita che i tabloids identificano ogni evento: un bacio a Kristen Stewart sul set di Twilight, Rio de Janeiro, una festa di compleanno all’arrivo di un amico all’aereoporto di Vancouver, l’acquisto di un cane che fa eco su Twitter…la sua vita è scandita in tempo reale, quasi dimentichi che sia un attore. Ma a 25 anni, il dandy vampiro cerca di darsi spessore. Si sta preparando a viaggiare con David Cronenberg in Cosmopolis, l’adattamento del libro cult di Don DeLillo, e lo si può trovare in maggio in Water for Elephants, con Reese Witherspoon che disturba Christoph Waltz (la rivelazione di Quentin Tarantino in Bastardi senza Gloria), nel ruolo di guaritore di animali pazzamente innamorato di una bellissima donna sposata. Un incontro enigmatico con un idolo, un giovane uomo, di vecchia scuola, ribelle e conformista, un bellissimo aristocratico. Nei teatri il 4 maggio (in Francia).

Madame Figaro: Hai girato molti film, oltre ai due episodi della saga di Twilight, ti vedremo in giugno in Bel Ami, di Declan Donnellan e Nick Ormerod, e presto in Water for Elephants, di Francis Lawrence. Che cosa ti ha attratto il ruolo di Jacob Jankowski, addestratore di animali in un circo?
R: Primo, il libro della giovane scrittrice Sara Gruen, un incredibile successo negli Stati Uniti, che si svolge negli anni 20 in un circo girovago. Improvvisamente, con questo ruolo, ho avuto l’opportunità di lasciare il fantasy moderno di Twilight, per vivere in mezzo agli animali, toccando cose concrete.

MF: Sembri attratto dalla romanticità del passato…
R: Si, sono interessato alla storia dell’America. Leggendo il copione, sono stato completamente preso. Sembrava chiaro e facile. Jacob è un essere tormentato e misterioso. Ha perso i suoi genitori, non vuole scavare dentro il suo passato e se questo include viaggiare con il circo, egli si mette alla prova come veterinario. E ignora che vivrà una passione violenta e proibita.

MF: Il tuo profilo è accurato: quello di essere solitario, incompreso e molto affascinante. E’ un punto comune in tutti i tuoi personaggi.
R: E’ vero. Come se Edward, l’eroe di Twilight, fosse il punto comune di tutti questi ruoli. Jacob vede cose in bianco e nero. Come per Edward, egli distingue il bene dal male. In un certo senso i miei personaggi sono dei Manichei (Manicheismo). E per questo che cerco di avere una complessità interiore.

MF: E in Bel Ami, come hai lavorato? Georges Duroy, l’eroe del racconto, è più vecchio di te.
R: Mi ha fatto fare una pausa e poi ho cominciato perché Maupassant è il mio scrittore francese preferito. Bel Ami è un classico imbattibile. Con Uma Thurman, Kristin Scott Thomas e Christina Ricci, le mie colleghe, ci siamo divertiti. Mi sono concentrato sul mio gioco, una grande libertà di azione. Bel Ami è un animale, il mio personaggio è completamente cinico e, ironicamente, abbastanza onesto. Ma è distruttivo, fa parte di un gioco dove nessuno rispetta le regole, dove tutti hanno legami, una grande parodia del mondo dove la chiave è pretendere. Si preoccupa delle cose, fa quello che gli piace e questo affascina le donne.

MF: Un po’ come te dopo tutto…
R: Oh no! Io non sono Don Juan. Questo è qualcosa che è oltre a me ed è abbastanza fico, tutte quelle ragazze che mi fanno foto, i blog, i pettegolezzi. Francamente, io non ho sex appeal, fatti una passeggiata a Los Angeles, Londra o Parigi per trovare un gruppo di giovani ragazzi come me. Io non sono James Dean.

MF: Una cosa a cui ti ribelli, un lato oscuro. Chi sono i tuoi modelli, i tuoi attori preferiti?
R: James Dean ha fatto solo tre film, mi piace “Il Gigante” con Elizabeth Taylor. Ma per me, la grande icona degli anni 60 è Marlon Brando, con quel tipo di rabbia interna, con la sua mascolinità e una nascosta tenerezza. Sono un fan dei film gangster con James Cagney e Paul Newman, specialmente in “Nick mano fredda”. E tra le attrici, Isabelle Huppert e adoro gli anni d’oro di Hollywood come Ava Gardner, l’incendiaria, e Katharine Hepburn, così rude e divertente. Kristen Stewart, di cui io ammiro il gioco, ha una piccola parte della Hepburn.

MF: Audrey o Katharine?
R: No, Katharine. Non sono un fan di Audrey. So che a lei piacciono le ragazze della mia generazione, ma trovo questo cosa troppo da ragazza.

MF: Quali tipi di donne ti attraggono?
R: Non odio le sfigate. Perché una ragazza mi attragga, deve avere qualcosa di specifico, ha un idea del significato della vita, legge molto. Ma non posso dire se preferisco le bionde, le brune o le rosse. Mi piace l’emotività, l’eleganza – nel senso dell’eleganza che richiede di conoscere quello che sarai o no. I vestiti, perché sono costosi, non garantiscono un buon look. Penso che noi dobbiamo essere soprattutto noi stessi. Ok, mi piace il look di Chanel, perfino in donne molto giovani!

MF: E tu sei vittima della moda?
R: Hai visto la giacca color antracite che sto vestendo? Bene, l’ho trovata a casa mia in una mia vecchia valigia. L’ho avuta a 15 anni. E’ un Agnes B., vintage degli anni 90 ed è sempre di moda. Altrimenti, sono un fan di Marc Jacobs, Proenza Schouler per ragazze e ragazzi, e compro un sacco di pantaloni di Dries Van Noten. La moda è anche molto importante nel cinema. Penso, per esempio, al lavoro fatto da Jean Paul Gaultier nel “Quinto Elemento”.
MF: Porti un profumo?
R: Il mio, l’odore del mio corpo. (ride)

MF: Qual è il progetto che attualmente hai a cuore?
R: Bene, una mattina il telefono ha squillato ed era David Cronenberg. Mi ha offerto di recitare nel suo prossimo film, Cosmopolis. E’ come se mi avesse cercato Hitchcock. Cronenberg è un grande regista. Poi le buone notizie si sono accumulate: Juliette Binoche si è unita e poi anche il regista-attore francese molto bravo, Mathieu Amalric. Ciliegina sulla torta, è un adattamento di un racconto di Don DeLillo, uno dei miei scrittori preferiti. La parte è molto dura, un giorno pazzesco nella vita di un milionario la cui vita viene rivolta in ventiquattr’ore. E’ molto eccitante.

MF: Che cosa fai nei giorni in cui non fai niente?
R: Beh, il problema è che so di essere rilassato. Giro tutto il tempo. La mia vita è ridotta al lavoro, e inoltre sono fuori da casa mia. La mia casa è l’hotel. Naturalmente, la mia stanza è fatta tutti i giorni, ci sono vantaggi, ma sto incominciando ad essere senza radici. Posso perfino fare una lista degli hotel che preferisco nel mondo: a Roma è il Bernini Bristol, un palazzo sfarzoso, e Parigi, Le Crillon. Se ho un ora suono la chitarra ma maggiormente leggo. Li divoro.

MF: Scrittori moderni?
R: Un po’ di ogni cosa. Ho incominciato “Underworld” di Don DeLillo e prediligo lo scrittore francese Michel Houellebecq. In “Il senso della lotta” (Le Sens du combat), egli ha scritto una frase che risuona in me molto: “Noi ci siamo trovati attraverso avversità e desideri senza il gusto dei sogni infantili”. Mi sento vicino all’eroe di Houellebecq…


I crediti della traduzione sono di Twilight Italian Moms

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